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Lo stile e la moda sono la mia passione.
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SU DI ME
Oltre la performance, verso la connessione.
Non vi parlerò di vite perfette o di felicità in cinque semplici passi. Il mio percorso è stato un arazzo intessuto di creatività sfrenata, strategia globale e una svolta che ha rimesso tutto in discussione. Per capire il valore del silenzio, ho dovuto prima conoscere il rumore assordante del mondo.
Oggi sono una facilitatrice di pensiero lento e connessioni autentiche, ma il mio approccio nasce dalla sintesi di tre mappe che ho navigato fino in fondo.
La prima parte della mia vita è stata una sceneggiatura scritta a ritmo serrato. Tra i set cinematografici di Miami, Lima e Milano, ho vissuto di pura creatività. La mia esistenza era scandita da giornate di oltre quattordici ore, immersa nell'arte di costruire storie per lo schermo. È stato un periodo di bellezza assoluta, ma anche di performance estrema, dove il corpo e la mente erano costantemente spinti al limite.
Poi, ho cambiato mondo. Come export manager per alcuni dei più prestigiosi vini italiani, ho passato la mia vita in volo, viaggiando per più di sei mesi l'anno. Ho assaggiato i migliori vini, cenato nei ristoranti più acclamati e affinato la mia mente strategica in contesti ad altissima pressione. Era una vita di successi e piaceri, ma perennemente in transito, inseguendo un equilibrio vita-lavoro che, semplicemente, non esisteva.
A 38 anni, la parola "cancro" ha interrotto ogni viaggio, costringendomi a un atterraggio forzato dentro me stessa. Quella pausa non è stata una fine, ma un nuovo inizio. A 40 anni, ho fatto una scelta radicale: mi sono trasferita in California.
Nella baia di San Francisco, ho fondato una comunità yoga. Non era solo un luogo di pratica, ma un laboratorio. L'ho chiamato "Yoga Sociale", un progetto nato dal desiderio di portare gli strumenti della consapevolezza fuori dai contesti privilegiati, collaborando con organizzazioni no-profit. Lì, nell'incontro con le comunità più fragili, ho toccato con mano il vero significato di resilienza e dignità. Ed è stato lì che ho capito che la mia ricerca aveva bisogno di una grammatica più profonda. Quell'esperienza sul campo è stata la spinta che mi ha portata, a 44 anni, a iscrivermi all'università per studiare Diritti Umani.
Ho capito che quelle vite non erano capitoli da dimenticare, ma esperienze da integrare. La creatività del cinema, la conoscenza sensoriale del vino, l'empatia nata in California. Tutto questo oggi converge nel mio lavoro.
Il mio scopo è creare spazi per altre donne che hanno vissuto o vivono vite intense. Spazi per praticare una gestione dello stress che nasca dalla consapevolezza e non dalla performance. Spazi per coltivare un benessere mentale che non sia una fuga dalla realtà, ma uno strumento per navigarla con più lucidità, coraggio e un ritrovato senso di sovranità.
Non troverete qui dogmi o risposte facili. Troverete l'esperienza di chi ha vissuto agli estremi, ha costruito comunità e ha trovato il proprio centro non scappando, ma unendo i pezzi.
Se anche tu cerchi un luogo dove la tua complessità non solo è capita, ma è il punto di partenza, allora siamo sulla stessa strada.








